ALCUNI INTERVENTI DELLO STORICO ANGELO D’ORSI

 

Segnaliamo, in ordine cronologico inverso, i seguenti testi e registrazioni:

Giorno del ricordo e speculazione antistorica (Micromega, 10 febbraio 2015)

Intervento alla iniziativa “E allora le foibe ?!” (Bologna 10 febbraio 2015):
registrazione AUDIO (MP3 60MB – intervento D’Orsi a partire da 70’15”)

La Giornata del Ricordo e il revisionismo sulle foibe (Micromega, 10 febbraio 2010)

Le foibe: revisione in chiave politica

“Non usate la storia per fare politica”

Intervista allo storico Angelo D’Orsi sulla giornata dedicata alle foibe

di Vittorio Bonanni, su “Liberazione” dell’11 febbraio 2004

 

Angelo d’Orsi, docente di storia contemporanea all’Università di Torino, non ha mai nascosto la sua avversità all’uso strumentale della storia per fini politici, e all’istituzione di una giornata che ricordi la tragedia delle Foibe, fortemente voluta dalla destra. Alla vigilia del voto parlamentare su questo tema lo abbiamo intervistato per sapere le sue opinione a riguardo e sulle ultime prese di posizione della sinistra, e dei Ds in particolare.

Professor d’Orsi, che cosa pensa dell’imminente decisione di istituire questa giornata della memoria dedicata alle Foibe?

Penso che tutto questo si inserisca all’interno di un processo cominciato ormai da parecchi anni in cui si collocano tutta una serie di operazioni finalizzate ad un revisionismo sempre più greve, sempre meno legato al lavoro dello storico e sempre più connesso ad esigenze politiche. Si tratta di un revisionismo inteso come pratica politico-ideologica, ben diverso da quella revisione intesa invece come pratica ineludibile del mestiere dello storico. Da qui derivano tutta una serie di esemplificazioni e un vero e proprio uso politico della storia che mai come ora è diventato un terreno di scontro politico privilegiato. Ormai le battaglie politiche si fanno soprattutto usando la storia, certamente un fatto anche interessante per lo studioso ma inquietante dal punto di vista culturale e ovviamente politico.

La sinistra si presenta divisa anche su questa tematica, come dimostrano le ultime dichiarazioni di Fassino. Qual è la sua opinione a riguardo?

Quello che sorprende, in tutto questo insieme di cose, è il fatto che la sinistra si addossi colpe che non sono sue e responsabilità che non le competono. Io vorrei ricordare che contro il trattato di pace, da cui cominciò effettivamente la tragedia degli italiani, con l’esodo di massa, il grande sindacalista Giuseppe Di Vittorio aveva proclamato uno sciopero. Non è vero dunque che la sinistra è stata complice di quegli episodi. Certamente la sinistra, nei confronti di questi problemi, è stata carente in termini di risposte, ma certamente non dovevano essere delle risposte ideologiche. Non sono state avviate per tempo delle ricerche, però va anche aggiunto subito che in realtà le prime ricerche vere sulle Foibe le hanno fatte gli istituti storici della Resistenza del Friuli Venezia Giulia. Che adesso arrivino i Petacco, i Gianni Oliva e compagnia brutta, a dirci che queste cose sono state dimenticate e nascoste, non è vero. La prima falsificazione consiste nel dire che c’è stato un processo di omissione, di falsificazione che la sinistra avrebbe perpetrato a danno della verità storica. Non è affatto vero. Lo stesso famigerato libro di Pansa, come quelli fatti da Petacco o da Oliva, sono in realtà fondati su ricerche fatte da altri. Così come nei riguardi della Resistenza e della continuazione della resa dei conti dopo il 25 aprile, sono stati realizzati lavori eccellenti, come quelli del tedesco Hans Woller e di Mirko Dondi, che certamente non sono persone di destra. Ma, al di là delle collocazioni politiche, sono ricerche scientifiche che poi sono state malamente utilizzate a fini unicamente di speculazione ideologica e commerciale, che poi vengono usate politicamente dai Pera e da tanti altri.

Lei è dunque contrario all’istituzione di questa giornata della memoria dedicata alle Foibe?

Mi chiedo di questo passo che cosa facciamo. Istituiamo 365 giorni di memoria all’anno, perché allora ogni fatto storico vada ricordato? Questa cosa è ridicola. Tra l’altro a che cosa si riduce tutto questo? Ieri (lunedì per chi legge ndr) in questo piccolo convegno organizzato a Bari al quale ho partecipato è venuto fuori che in occasione della Giornata della Memoria del 27 gennaio hanno invitato tre scuole, una elementare, una media e un’altra superiore, vincitrici di un concorso il cui premio consisteva nell’assistere alla Partita della Memoria. Tutto questo è ridicolo, è una pura spettacolarizzazione dei fatti. Io personalmente sono contrario a tutte le giornate della memoria, perché sono operazioni sempre di facciata e non hanno senso. Ha senso invece che si faccia ricerca storica e che poi la ricerca storica si porti nelle piazze, nei luoghi pubblici. Io sono favorevole all’uso pubblico della storia e contrario al suo uso politico.

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