APPELLO ALL’ANPI DI FAR PROPRIA LA RICHIESTA DI ABROGAZIONE DELLA LEGGE N.92/2004

Di seguito il volantino distribuito alla festa nazionale dell’ANPI tenuta a Carpi a cavallo tra maggio e giugno 2015, in cui si chiede, dopo la revoca della onorificenza conferita al fascista Paride Mori, la completa abrogazione della Legge 92/2004 (istitutiva del “Giorno del ricordo delle vittime delle foibe”) sulla base della quale vengono conferite le onorificenze agli “infoibati”:


 

dopo la revoca della medaglia della Repubblica antifascista al fascista Paride Mori

 

ABROGAZIONE DELLA LEGGE SULLE FOIBE IN BASE ALLA QUALE SONO STATE DATE LE MEDAGLIE AI FASCISTI

 

 

Il 10 febbraio 2015 a Roma su iniziativa della Presidenza del Consiglio e d’intesa con la Presidenza della Camera e la Presidenza della Repubblica è stata conferita una medaglia al merito «in riconoscimento del sacrificio offerto alla Patria» al parmense Paride Mori in quanto vittima delle foibe.

Ma Paride Mori non morì nelle foibe per mano dei partigiani jugoslavi di Tito, Mori fu ucciso dai partigiani in provincia di Gorizia il 18 febbraio 1944.

Mori fu un convinto fascista aderente alla Repubblica Sociale Italiana (RSI) – lo stato fantoccio con a capo Mussolini e avente capitale Salò creato nel Nord Italia dai Tedeschi dopo l’8 settembre ’43 – che si arruolò volontario nel Battaglione Bersaglieri «Mussolini» operante nelle zone del confine nordorientale e con tale reparto combattè col grado di capitano. Come tutti i militari della RSI delle zone nordorientali confinanti con la Jugoslavia, anche il reparto di Mori era sotto il comando diretto dei Tedeschi della Germania nazista.

La Legge statale 92/2004 istitutiva del «Giorno del ricordo delle vittime delle foibe» contempla medaglie della Repubblica ai morti delle foibe e assimilati, non però a coloro che «facevano volontariamente parte di formazioni non a servizio dell’Italia». Questo dovrebbe essere il motivo principale per cui a Paride Mori non poteva essere attribuita l’onorificenza della Repubblica nata dalla Resistenza antifascista.

Da questo punto di vista ci sono tante altre medaglie della Repubblica attribuite gli anni scorsi a fascisti come Paride Mori (circa trecento secondo gli studi storici e l’esame caso per caso fatti dagli storici Claudia Cernigoi e Sandi Volk) da revocare.

La Presidenza del Consiglio alla vigilia del 25 aprile settantesimo anniversario della Liberazione ha revocato la medaglia a Mori adducendo il motivo della morte in combattimento anziché non in combattimento, anziché in un agguato come sostenuto da famigliari e amici di Mori.

Per altro, l’agguato, l’attentato, era una modalità della guerriglia partigiana. La medaglia allora dovrebbe spettare a tutti i morti per attentato?

Come dovrebbe spettare anche a tutti coloro che sono assimilati ai morti delle foibe? che per legge sono i morti, oltre che per attentato, per annegamento, fucilazione, ecc., fino a quelli per deportazione e prigionia nei campi jugoslavi entro l’anno 1950.

Questo in realtà è previsto dalla legge 92/2004 sulle foibe, la legge in base alla quale dal 2005 ogni 10 febbraio presso la Presidenza della Repubblica è dato ai congiunti il riconoscimento, la medaglia, di vittima delle foibe o assimilato. Una legge che ha istituito per il 10 febbraio un giorno di solennità civile nazionale, una legge che ricorda i morti delle foibe in termini celebrativi senza considerare che la gran parte di essi sono stati militari, funzionari, capi fascisti, collaborazionisti, dell’Italia fascista occupante la Jugoslavia, una legge con la quale hanno ricevuto il riconoscimento della Repubblica anche veri e propri criminali fascisti, che ha portato a intitolare vie e strade col nome addirittura di “martiri” delle foibe, per la quale nelle scuole sono possibili ricostruzioni storiche parziali da parte di esponenti delle associazioni degli esuli d’Istria e Dalmazia.

E nonostante questo a dieci anni dall’entrata in vigore della legge le medaglie concesse e consegnate con relativo diploma sono state 838 (pur nell’accezione molto ampia del termine “infoibato”), un numero assai inferiore al numero di decine di migliaia di “infoibati” spacciato dai sostenitori della legge (in primis esponenti dell’ex partito fascista MSI). A testimonianza che il fine principale della legge non è quello di rendere giustizia a vittime innocenti quanto quello di riscrivere la storia. Presentando i fascisti italiani come vittime e i partigiani jugoslavi come carnefici senza nulla aggiungere del contesto storico, dell’aggressione militare italiana della Jugoslavia dell’aprile ‘41, della politica fascista precedente di italianizzazione forzata nelle zone del confine nordorientale abitate anche da sloveni e croati, si tende a far passare l’Italia fascista come aggredito e la Jugoslavia come aggressore. Rovesciamento della realtà storica del tutto inaccettabile!

 

chiediamo all’ANPI di far propria la richiesta di abrogazione della legge 92/2004

 

COMITATO ANTIFASCISTA ANTIMPERIALISTA E PER LA MEMORIA STORICA – PARMA

stampato in proprio Parma 28/5/2015

 

 

 

 

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