ARRETRAMENTO DELL’ANPI SUL “CONFINE ORIENTALE”?

Come si cambia da un anno all’altro

2015: ANPI chiede di sospendere la Legge sul Giorno del Ricordo

2016: Smuraglia chiede chiarimenti a Del Rio e Serracchiani sulla proroga

2017: Carla Nespolo co-firmataria di Lettera Aperta al MIUR

2018: Documento ANPI “Il confine italo-sloveno. Analisi e riflessioni” non contesta il “Giorno del Ricordo”

2018: Carla Nespolo saluta il convegno di Torino “Giorno del Ricordo. Un bilancio”

2019: Carla Nespolo critica il convegno di Parma “Foibe e Fascismo”

*** 2015: ANPI chiede di sospendere la Legge sul Giorno del Ricordo ***

http://www.anpi.it/sospendere-la-legge-che-assegna-medaglie-a-chi-non-le-merita/

Sospendere la legge che assegna medaglie a chi non le merita

2 aprile 2015
Avviare un’indagine a quelle assegnate al fascista Mori e ad altri 300


Sospendere l’applicazione della legge 92/2004 (quella che ha istituito la Giornata del ricordo) e naturalmente revocare la medaglia concessa all’ufficiale fascista Paride Mori. E’ quanto chiede la segreteria nazionale dell’Anpi in un documento approvato oggi 2 aprile.

Il documento della Segreteria nazionale dell’Anpi


La Segreteria Nazionale dell’ANPI, richiamandosi alle recenti dichiarazioni del presidente nazionale, Carlo Smuraglia (Newsletter ANPI n. 155 e 156), ritiene che rispetto al caso della medaglia al repubblichino Paride Mori – oltre che delle altre 300, a quanto si legge sulla stampa,  concesse nel corso degli ultimi anni – ci si trovi di fronte ad una applicazione della legge 92/2004 in netto contrasto con valori, princìpi e norme della Costituzione. 
Stante la gravità e inammissibilità di quanto accaduto, si chiede con forza alla presidenza del Consiglio di sospendere temporaneamente l’applicazione della legge suddetta e di dar luogo ad una indagine accurata, non solo sulla medaglia concessa di recente a Paride Mori (per la quale esistono già, comunque, elementi più che sufficienti per imporne la revoca), ma anche a quelle concesse negli anni precedenti a persone ritenute meritevoli del riconoscimento previsto dalla legge citata e che, invece, risulterebbero assolutamente in contrasto con le norme  e lo spirito della legge e della Costituzione. In ogni caso, nessun riconoscimento – né per questa legge né per altre – può essere attribuito a chi militò per la Repubblica Sociale Italiana, in nome di una  presunta pacificazione. Non c’è nulla da “pacificare”; c’è solo da rispettare la storia e la Costituzione, nata dalla Resistenza.
L’ANPI svolgerà ogni azione necessaria per ottenere i risultati più sopra indicati, in nome della verità e della giustizia; considerandosi fin d’ora mobilitata, in tutti i suoi organismi, per la difesa di princìpi e valori assolutamente imprescindibili. 

  *** 2016: Smuraglia chiede chiarimenti a Del Rio e Serracchiani sulla proroga ***

http://www.anpi.it/media/uploads/newsletter/2016/Anpinews_n.192.pdf 

ANPINews, newsletter a cura dell’ANPI nazionale

n. 192 – 1/8 marzo 2016 

Proroga dei tempi per le medaglie alle vittime delle Foibe. Ma non ne sono chiare le ragioni, a tanti anni di distanza. Ma si è chiarita la questione delle medaglie conferite talora, nel passato, a chi non le meritava e, in particolare, a repubblichini?

 Apprendo oggi che nel provvedimento definito “mille proroghe”, sarebbe stato inserito un emendamento che proroga, per ben venti anni, i termini per il conferimento di medaglie a vittime o parenti di vittime delle Foibe del 1943 e del 1947. Non entro nel merito della proroga, per di più così lunga, che suscita a dir poco perplessità e interrogativi visto che il Governo, per bocca dell’allora sottosegretario Del Rio, si era impegnato a rivedere tutta la materia, per evitare e superare gli inconvenienti (dell’applicazione della legge) del passato.Fra l’altro mi chiedo se e come sia stata chiarita la questione, scoppiata letteralmente qualche mese fa (caso Mori) sulle modalità di rilascio di queste medaglie. Allora si accertò che in qualche caso le medaglie erano state conferite perfino a repubblichini. Il caso Mori, alla lunga, è stato risolto – a quanto risulta – con la revoca; ma degli altri, sui quali c’era stato assicurato che sarebbe stata fatta un’approfondita verifica, non si è saputo più nulla. Ora, si vuole continuare a rilasciare medaglie, ma almeno si accerti, – prima – che la legge sia interpretata correttamente e che esse vadano esclusivamente a coloro che ne hanno diritto. Se ci sono casi dubbi, si approfondisca la verifica prima di mettere, come è accaduto, la Presidenza della Repubblica e la Presidenza del Consiglio in una situazione imbarazzante e prima di suscitare l’indignazione in tutto il Paese.Mi rivolgo non solo al Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, che – come ho detto – qualche mese fa diede ampie assicurazioni, ma anche alla Presidente della Regione Friuli, Serracchiani, che ha espresso soddisfazione per la proroga.
Vorrei sottoporre alla loro attenzione, se valga la pena di andare avanti con le medaglie, raccomandando, in ogni caso di accertarsi che le modalità (di assegnazione) siano corrette e che certe medaglie non rappresentino un insulto anche per chi le ha meriate e le merita davvero, oltreché per la nostra sensibilità democratica.


 Carlo Smuraglia

presidente nazionale ANPI 

 *** 2017: Carla Nespolo co-firmataria di Lettera Aperta al MIUR ***

https://www.diecifebbraio.info/2017/02/lettera-aperta-al-miur-alla-vigilia-del-10-febbraio-giorno-del-ricordo/

LETTERA APERTA AL MIUR ALLA VIGILIA DEL 10 FEBBRAIO “GIORNO DEL RICORDO”


9 Febbraio 2017 – Gentile Ministro,

a fine febbraio dell’anno scorso sono stati prorogati per dieci anni i termini per il conferimento di riconoscimenti e medaglie a vittime (ai loro congiunti) delle foibe del ’43 e del ’45, in base alla legge 92 del 2004 che ha istituito il «Giorno del ricordo in memoria delle vittime delle foibe, dell’esodo giuliano-dalmata, delle vicende del confine orientale» per il 10 febbraio di ogni anno.
Ma quanti e chi sono stati coloro che hanno ricevuto riconoscimenti e medaglie nei primi dieci anni di applicazione della legge? 

 (…) 

Alla vigilia del 10 febbraio alle autorità scolastiche e a Lei stessa sig. Ministro dell’Istruzione Università e Ricerca chiediamo: che nelle scuole rievocazioni e iniziative sui fatti e i temi oggetto della legge 92/2004 non siano lasciate in modo esclusivo alle associazioni degli esuli istriani, fiumani e dalmati, alle quali in questi anni sono stati dati consistenti finanziamenti pubblici, ma vedano coinvolti anche studiosi, storici, associazioni culturali, istituti storici, ecc., impegnati nel dibattito e nella ricerca in merito; che vengano non più sottaciuti ma adeguatamente fatti conoscere i crimini dell’Italia fascista nei Balcani e in Jugoslavia (con morti delle popolazioni jugoslave non solo precedenti i morti delle foibe ma di numero di più ordini di grandezza superiore a questi); che venga proiettato l’istruttivo al riguardo film documentario inglese della BBC «Fascist Legacy» acquistato dalla RAI; che vengano ricordate e commemorate le tante migliaia di soldati italiani, i quarantamila soldati italiani, che in Jugoslavia l’indomani dell’8 settembre ’43 scelsero di combattere come partigiani insieme con la Resistenza Jugoslava contro il nazifascismo e in ventimila morirono in questa guerra di liberazione transnazionale, così riscattando l’Italia dall’onta in cui il fascismo l’aveva gettata. 

(seguono firme, tra le quali quella di Carla Nespolo, membro del Comitato Nazionale ANPI) 

 *** 2018: Documento ANPI “Il confine italo-sloveno. Analisi e riflessioni” non contesta il “Giorno del Ricordo” ***

“Il confine italo-sloveno. Analisi e riflessioni” (documento approvato dal Comitato Nazionale ANPI il 9 dicembre 2016)

http://www.anpi.it/media/uploads/files/2018/01/confini_orientali.pdfhttp://www.anpi.it/articoli/1682/il-confine-italo-sloveno-analisi-e-riflessioni

Sul documento del Comitato nazionale ANPI “Il confine italo-sloveno. Analisi e riflessioni”

 Ho dato ora una rapidissima occhiata al documento dell’ANPI nazionale. (…) Il documento si diffonde sul ’44, il ’45, e gli anni postbellici. A mio modesto avviso (da militante, non certo da esperto storico) possono anche esserci state mire espansionistiche jugoslave, può anche essere stata incerta e oscillante la posizione dei comunisti italiani, la Jugoslavia può aver acquisito territori prima italiani, uscita dalla guerra e dalla Conferenza di pace del ’47 come vincitrice a differenza dell’Italia uscita come sconfitta. Per non parlare, poi, del sistema politico jugoslavo, ovvero della Jugoslavia socialista, per non toccare, addirittura, la realtà dei vari Paesi dell’Est, più a Est della Jugoslavia, le “democrazie popolari” aderenti al Patto di Varsavia. Su questo piano allora possiamo discutere tanto… Ma non perdiamo la bussola! Non è di questo che si tratta! Qui in discussione è una giornata celebrativa, di solennità nazionale, con cui la Repubblica italiana nata dalla Resistenza antifascista ha dato, e può continuare a dare per altri 10 anni, riconoscimenti e medaglie ai fascisti. I fascisti che prima nel ventennio hanno italianizzato con la forza quelle zone del confine nordorientale abitate anche da non italiani, poi insieme ai nazisti hanno mosso guerra alla Jugoslavia che nulla aveva fatto contro l’Italia. E l’Italia il 10 febbraio dovrebbe commemorare questi signori?! Non scherziamo. Stiamo alla realtà storica dei fatti in questione oggetto delle foibe. Non perdiamo la bussola, ripeto. Se poi si vuol discutere, criticamente, della Jugoslavia uscita dalla guerra e costruita da Tito, liberissimi di farlo. Ma questa è appunto un’altra cosa.. Tale, anche in riferimento all’esodo stesso degli italiani da Istria e Dalmazia (“schizzato” a non meno di 300.000 persone nel documento ANPI) qualora e laddove vi fossero forti responsabilità jugoslave in esso, da non giustificare l’istituzione di una giornata di solennità civile nazionale. La quale, è vero, parla anche più in generale delle complesse vicende del confine nordorientale, ma che per come è nata, nel clima poltico degli anni dei “ragazzi di Salò”, dell’incontro Violante-Fini, ecc., porta un segno di destra, anticomunista, revanscista, ben difficile da equilibrare. Dovremmo “contrattaccare” e proporre il “giorno dell’amicizia fra i popoli”. A partire dal ricordo dei 40.000 italiani che l’indomani dell’8 settembre scelsero di combattere contro il nazifascismo a fianco dela Resistenza Jugoslava (aspetto su cui nel documento ANPI non c’è nulla).

Giovanni Caggiati
febbraio 2018 

 *** 2018: Carla Nespolo saluta il convegno di Torino “Giorno del Ricordo. Un bilancio” ***

 Fonte: Documentazione sul convegno “Giorno del Ricordo. Un bilancio”

http://www.cnj.it/home/it/informazione/confine-orientale/8732-torino-10-2-2018-giorno-del-ricordo,-un-bilancio.html 

“Cari amici relatori e partecipanti al convegno, v’invio il mio più affettuoso saluto e augurio di Buon Lavoro e buon studio. Se fossi stata in Piemonte avrei partecipato , poiché una riflessione nel decennale della votazione del ” Giorno del Ricordo ” è quanto mai necessaria e utile, in particolare nel momento in cui tale giornata è troppe volte accompagnata da muscolose esibizioni di filo-fascismo. Nel nostro Piemonte come in altre parti d’Italia. Le sofferenze delle popolazioni del confine orientale vanno certamente ricordate e compiante, ma in un quadro storico serio e non in una inqualificabile gazzarra fili-fascista. L’uso pubblico della storia è tema importante, che puo’ produrre anche risultati positivi , se serve ad estendere a nuovi soggetti la conoscenza storica e non se la storia viene strumentalizzata a fini di lotta politica contingente. In tempi così difficili per un risorgente e pericoloso fascismo, e’ importante il ruolo degli storici e degli intellettuali in generale. La conoscenza e’ il vero nemico del fascismo e del nazismo. Un caro saluto al presidente dell’Anppia , al prof. D’Orsi e agli altri relatori e partecipanti.” 

Carla Nespolo, 10 febbraio 2018 

Sulla iniziativa di Torino salutata dalla Nespolo si veda:

http://www.cnj.it/home/it/informazione/confine-orientale/8732-torino-10-2-2018-giorno-del-ricordo,-un-bilancio.html

*** 2019: Carla Nespolo critica il convegno di Parma “Foibe e Fascismo” ***

 Fonte: Dichiarazione della Presidente nazionale ANPI, Carla Nespolo

http://www.anpi.it/articoli/2128/ribadisco-che-le-foibe-sono-una-tragedia-nazionale-chi-minaccia-i-contributi-che-percepiamo-si-legga-i-nostri-documenti-ufficiali-sul-tema 

“… Non certo per timore delle “minacce” di Matteo Salvini ma per ribadire chiarezza e obiettività storica, ripeto quanto già affermato giorni fa dalla Segreteria Nazionale ANPI: le foibe sono state una tragedia nazionale, che copre un amplissimo arco di tempo e va affrontata senza alcuna ambiguità, contestualizzando i fatti. In molte realtà italiane l’ANPI ha collaborato con altre associazioni per ricordare questa pagina tragica della nostra storia. Gradirei molto che chi minaccia di cancellare i contributi alla nostra Associazione, abbia la doverosa curiosità di andare a leggere i documenti ufficiali da noi prodotti sul tema. Sia la frase sulla pagina Facebook dell’ANPI di Rovigo che l’iniziativa di Parma non sono condivisibili e offrono uno straordinario pretesto di polemica a chi è molto più amico di Casapound che dell’ANPI.” 

Carla Nespolo, 4 febbraio 2019

 Sulla iniziativa di Parma contestata dalla Nespolo si veda:

http://www.cnj.it/home/it/informazione/jugoinfo/9080-8997-l-anpi-nella-trappola-del-giorno-del-ricordo.html

TRATTO DALLAPAGINA:

http://www.cnj.it/home/it/informazione/jugoinfo/9082-9000-arretramento-dell-anpi-sul-confine-orientale.html

This entry was posted in resistenza, revisionismo e falsificazioni, articoli e testi and tagged , . Bookmark the permalink.

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.