Corato (BA) 5/3/2016: LE FOIBE TRA VERITÀ E LEGGENDA

Corato (BA), sabato 5 marzo 2016
alle ore 18 in Via Medici Lorenzo 27

LE FOIBE TRA VERITÀ E LEGGENDA

In questi anni alcuni storici nazionalisti e spesso le istituzioni statali, hanno provato a riscrivere la storia di quanto era avvenuto al confine dell’allora Regno d’Italia, producendo mistificazioni storiche.
Noi combattiamo questi tentativi di negazionismo e revisionismo storico che alimentano nuovi fascismi. Riaffermiamo e difendiamo il carattere antifascista delle Resistenze di tutta Europa.
E’ per questo che il circolo “A. Gramsci” del Partito della Rifondazione Comunista di Corato, dopo l’incontro con Lidia Menapace, una compagna partigiana, si rende promotore di un’altra iniziativa di Resistenza Storica.

Ne discutiamo con:
Piero Purini, storico freelance
Sandi Volk, storico
Modera l’incontro Vito Messina, dottore in Storia e Filosofia.

– Piero Purini (Trieste, 1968) si è laureato in storia contemporanea all’Università di Trieste, ha poi frequentato corsi di perfezionamento post laurea presso l’Università di Lubiana (Slovenia) e quindi ha conseguito il dottorato di ricerca presso l’Università di Klagenfurt. Si occupa principalmente di movimenti migratori, di spostamenti di popolazione e di questioni legate all’identità e all’appartenenza nazionale: il fatto di aver studiato in Italia, Slovenia ed Austria gli ha permesso di analizzare la storia di una regione etnicamente complessa come la Venezia Giulia in una prospettiva più internazionale ed europea.
– Sandi Alessandro Volk (Trieste, 1959) si è laureato in storia contemporanea presso l’Università degli Studi di Trieste, ha conseguito il master ed il dottorato presso il Dipartimento di Storia della Facoltà di Filosofia dell’Università di Lubiana. Ha svolto ricerca sui movimenti sloveni nazionali e a Trieste precedenti alla prima guerra mondiale, sulla seconda guerra mondiale, sulla storia del lager nazista della Risiera di S. Sabba, sulle memorie riguardo al periodo 1918-1954 in vari gruppi della popolazione triestina e soprattutto sul destino degli esuli/profughi istriani e dalmati dopo l’esodo, che è stato anche il tema della tesi di master e di dottorato. Attualmente si occupa di storia contemporanea della Venezia Giulia e della storia degli sloveni della regione, e collabora con il Centro di ricerche scientifiche della Repubblica di Slovenia di Capodistria, con l’Istituto per gli studi etnici di Lubiana, con i Civici Musei di Storia ed Arte di Trieste, con l’Istituto Regionale per la Storia del Movimento di Liberazione nel Friuli-Venezia Giulia di Trieste. È membro della Commissione consultiva del Comune di Trieste per il Civico Museo della Risiera di S. Sabba – Monumento nazionale.

Durante l’iniziativa sarà possibile acquistare volumi della collana “Resistenza Storica” editi da KAPPA VU, edizioni che affrontano le tematiche che saranno oggetto dell’iniziativa.

10 febbraio
Perché NOI ricordiamo TUTTO
Il “Giorno del Ricordo”, istituito il 10 febbraio 2004 dal governo Berlusconi per celebrare le vittime delle foibe, si pone come contraltare alla universale Giornata della Memoria, mettendo in un unico calderone vicende diverse e sviluppatesi in tempi, luoghi e modalità differenti come l’infoibamento e l’esodo e cercando di ricostruire la storia ridando fiato al nazionalismo fascista sconfitto.
Ma, al di là di chi è stato protagonista attivo o passivo di queste vicende, il “Ricordo” istituito dalla legge è piuttosto selettivo…
Il 10 febbraio, giorno della firma del trattato di pace tra Italia e Jugoslavia, viene presentato da chi ha voluto quella legge nel 2004 come “Ricordo” della “mutilazione dell’Istria e della Dalmazia” evitando di parlare della guerra d’aggressione imperialista condotta da fascisti e nazisti in territorio jugoslavo, con la creazione di campi di concentramento tanto in territorio jugoslavo, quanto tedesco e italiano, da cui sono passati centinaia di migliaia di slavi, ebrei e oppositori politici.
Evitando anche di parlare della italianizzazione forzata attuata dal fascismo durante vent’anni in quelle terre.
Ecco spiegate le medaglie commemorative di questi anni assegnate a presunti o reali infoibati, in ogni caso in massima parte facenti già parte di organizzazioni amministrative o militari naziste o fasciste: si vogliono riabilitare gli sconfitti della Seconda guerra mondiale, i “bravi ragazzi di Salò”, quelli che hanno collaborato con le milizie fasciste e naziste, che avrebbero la stessa dignità dei partigiani morti per liberare il territorio italiano dall’oppressione fascista e dall’occupazione nazista.
Ebbene no, noi ricordiamo tutto, ricordiamo che ci sono stati italiani che hanno combattuto dalla parte giusta della libertà e dell’uguaglianza e altri che hanno difeso le leggi razziali e attuato i campi di sterminio. Non accettiamo queste equiparazioni dirette e indirette, esplicite e implicite.
Continueremo a difendere il carattere antifascista della Repubblica nata dalla Resistenza, denunciando e respingendo con forza ogni tentativo privo di reale fondamento volto a riscrivere la storia.

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